venerdì 10 maggio 2013

INTERVISTA a GERMAN MARTINEZ


Nel 2012 siete tornati in Europa, avete lanciato il nuovo disco. Come è stato il processo della creazione del nuovo show?

E’ stato un processo strano però molto positivo. Abbiamo lanciato il disco a Bogotà e la settimana seguente iniziavamo il nostro nuovo tour europeo. La prima settimana abbiamo fatto molti aggiustamenti mentre trovavamo il ritmo ideale e la dinamica sulla scena. Avevamo un nuovo disco e questo implica un nuovo show, per le nuove canzoni, per le nuove versioni ecc. Alla fine e dopo quasi 10 concerti, siamo riusciti a trovare il ritmo che volevamo e in più la durata che abbiamo sempre desiderato: due ore.

Il tour vi ha dato quella unione di cui avete bisogno come band per raggiungere il punto ideale…
Certo, perché avevamo concerti ogni giorno o ogni due. E’ stato un tour molto intenso e bello, durante il quale abbiamo toccato molte città e in più la convivenza rafforza l’amicizia e la band. Ogni concerto ha i suoi alti, bassi, intensità e molta energia. Oggi sentiamo di essere una band molto solida sulla scena e si nota in ogni concerto. Decisamente, quello che si guadagna in esperienza dentro e fuori dal palcoscenico si nota sempre quando suoni dal vivo e questa è la cosa più importante che deriva dal mettere insieme molte esibizioni.

I vostri fan sono molto fedeli, come hanno vissuto l’ evoluzione e il cambiamento con il nuovo show, le nuove canzoni?
All’inizio ci accorgevamo che chiedevano sempre le canzoni vecchie, quelle più conosciute, però conoscendo a poco a poco il disco, hanno visto come i nuovi elementi e suoni si sono incorporati nello show. Nei primi concerti, c’era un po’ di timidezza, però con lo scorrere delle canzoni, la gente si faceva contagiare dalla nostra energia e dal ritmo del concerto, così che alla fine tutto finiva per diventare una grande festa, come è sempre stato.

Avete nuovamente ricevuto una nomination ai Premi Grammy. E’ la terza per ‘Exigimos’, nella categoria di ‘Miglior Canzone Rock’. Che significa per voi questa nuova candidatura?
E’ molto importante, perché è il riconoscimento della gente Latinoamericana ad una canzone che ha un tema sociale, che ha un testo con un messaggio. Questo ci dice che si possono fare canzoni di contenuto che possono essere riconosciute dai tuoi colleghi e dell’industria musicale in generale. E’ stato molto speciale per noi come band, come creatori di musica e testi.

Molti artisti ricevono critiche per le nomination a Premi come i Grammy…cosa puoi commentare al riguardo?
Siamo abituati alle critiche. Lavoriamo da 12 anni e veniamo dalla scena underground di Bogotà, dai piccoli circuiti di ska e punk. Sul cammino verso un’identità mainstream, è possibile che abbiamo perso qualche fan, però ne abbiamo guadagnati molti di più. A noi interessa, come band, comunicare e far conoscere le nostre idee, i nostri pensieri e una delle forme per trasmettere questi messaggi è essere presenti nei media. In questo modo si sono moltiplicati i fan e non solo in Colombia, anche in Messico, in altri paesi Latinoamericani e in Europa. Oggi non sentiamo tanta resistenza, al contrario la reazione della gente è di congratularsi con noi e fanno il tifo perché possiamo vincere il premio.

Molti gruppi seguono l’esempio e l’etica di lavoro di Doctor Krapula. Quale potrebbe essere il tuo consiglio migliore per quelli che iniziano oggi il cammino della musica?
Il primo consiglio è di smettere di credere, pensare e sognare che arriverà un manager che risolverà tutti i problemi della band, come se fosse il Messia. Devi lavorare con e per la tua band, fissare mete, verificare, fare ricerca, pianificare e sognare affinché il gruppo possa realizzare molte cose. Il limite lo poni solamente tu.

Voi supervisionate molti aspetti del funzionamento della band, come funziona?
Come musicista hai il tuo talento, però con il tempo scopri che hai altre abilità che possono essere e sono determinanti per il funzionamento della band. In questo modo si evita di avere estranei che prendono decisioni per te. Io sono musicista e mai avrei pensato che sarei stato bravo coi numeri e la finanza, ma con il tempo mi sono accorto che potevo portare questo contributo alla band. Mario è incaricato della grafica, lui ha sviluppato i concetti visuali, l’identità della band; Nicolàs il batterista è un gran editor e gestisce bene le reti sociali; David il bassista si incarica dei progetti paralleli sociali del gruppo e Sergio lavora nelle relazioni pubbliche e nella produzione di molte cose della band. E’ interessante vedere come si sviluppano altri talenti che alla fine saranno al servizio del gruppo.

Fonte: GIBSON

Nessun commento:

Posta un commento

Sfoglia e scarica la Brochure!