giovedì 30 maggio 2013

L’emozionante, impressionante, sensazionale rivelazione da brividi di Doctor Kràpula

Sergio Acosta con David G. C.
Pubblichiamo questa lettera scritta da uno storico fan colombiano della band. Ci fu inviata pochi giorni prima del concerto italiano del Tour 2012. Non sappiamo esattamente perché un ragazzo sino ad allora sconosciuto abbia deciso di compiere questo gesto, ma ci sembra che sia una bella e sentita testimonianza di ciò che DRK rappresenta per il proprio pubblico e non c'è dubbio che chi li ha conosciuti fuori e visti sul palco condivida ogni singola parola scritta da David G. C. :)

"Quando ascoltai per la prima volta qualcosa di Doctor Kràpula avevo circa 14 anni e andavo a scuola; tutto avvenne grazie a un cugino che era stato ad un concerto ed era rimasto impressionato dalla loro musica, tanto da procurarsi immediatamente i due dischi che già circolavano a quel tempo: ‘El carnaval de la apatilla’ e ‘Dele la wuelta al disco’, che mi prestò...mi piacquero e li acquistai in seguito perché fossero miei! Erano incredibili l’energia e i testi; non avevo mai ascoltato qualcosa di simile e con quel ritmo ancor meno. Credo che fosse comprensibile, soltanto allora iniziavo ad ascoltare musica sul serio. Uno o due anni dopo, iniziò la promozione del disco ‘Bombea’ (e fino a quel momento già avevo assistito ad alcuni concerti coi quali, ogni volta, mi innamoravo di più di questa band straordinaria) un disco che rivoluzionò il mio modo di pensare e la mia forma di vedere le cose, grazie al suo contenuto impegnato e focalizzato sulla nostra società colombiana e mondiale; non era normale allora che gruppi come il loro iniziassero a colpire così forte in Colombia.
Passava il tempo e mi lasciavo sempre più coinvolgere nel movimento di Doctor Kràpula...lo chiamo ‘movimento’, perché è precisamente come vedo il gruppo: è molto più di un insieme di artisti e cantanti, è la voce del popolo, è energia e forza per i deboli, è un messaggio che deve restare nella testa del colombiano e del cittadino del mondo che tristemente dimentica in fretta e non ha memoria. Doctor Kràpula è lotta cosciente. Fu al tempo in cui uscì il disco ‘Sagrado Corazòn’ che iniziai a sentire la sua evoluzione nella musica e nei testi delle canzoni; erano testi semplici e facili da digerire, facili da imparare e la cosa migliore di tutte, come siamo abituati, con messaggi di attivazione: si passò dal criticare il governo o persone che distruggono a messaggi di amore, verso gli altri e verso noi stessi, messaggi di pace, per porre fine alla guerra che sferza il mondo  e consapevolizzarsi rispetto al fatto che la terra è sacra, l’acqua è sacra, il vento è sacro, il fuoco è sacro perché è vita e che per questo la vita è sacra.

Doctor Krapula sta lanciando il suo nuovo disco ‘Viva el Planeta’, per me uno dei migliori che hanno fatto: con tutto l’amore che esprime e il suo fantastico messaggio dimostra maturità e crescita musicale. Bisogna goderselo, ballarlo e rifletterci su. Grazie a tutto ciò, questa grande band ha potuto introdursi con successo in molti angoli del mondo, nelle famiglie e si sono guadagnati l’amore e il rispetto della Colombia a mani basse. Non è facile che una rock band riesca a fare una cosa del genere così in fretta con i contenuti che propone, ce l’ha fatta con molto lavoro, sacrificio e soprattutto amore: i gruppi che ci riescono sono grandi e Doctor Kràpula è una grande band. Sono sicuro che conquisteranno il mondo in maniera eccellente, portando in giro messaggi di consapevolezza e dando tutti sé stessi, perché loro amano quello che fanno e ci credono e in più hanno l’appoggio e la forza di migliaia di persone che come me stanno al loro fianco. 

Li conosco personalmente da molto tempo e ho potuto rendermi conto della qualità umana che hanno. Non sono artisti tipici: salgono sul palco a trasmettere idee di cambiamento e sono impegnati per davvero, non sono di quelli che mostrano alle telecamere una cosa e nel privato sono diversi. Sono persone straordinarie, uno diverso dall’altro, come tutto il mondo, con qualità e difetti, ma tutti con in mente lo stesso messaggio di pace e amore per il mondo e per ciascuna persona con cui abbiano contatto. Quando stai al loro fianco o parli con loro, ti fanno sentire come un fratello. Sono grandiosi.
Non posso smettere di scrivere queste parole senza raccomandarli con tutto il cuore. Fanno uno show dal vivo spettacolare, che nessuno può perdere. Il loro è uno di quei gruppi privilegiati che riescono a trasmettere energia in ogni concerto che fanno. Sembra che non esauriscano mai le forze. Ciascun concerto è diverso e ci mettono tutto l’amore. Sono persone irripetibili, da apprezzare per quello che fanno e per quello che sono.
Dio benedica Doctor Krapula!

“ Che tu viva, che viva la terra, che viva la gente che non vuole la guerra, che vivano le piante, la natura, un mondo senza fame e anche senza povertà, viva essere rivoluzionario, godersi la vita senza esser milionario”  Viva el planeta
Che viva Doctor Kràpula!"




mercoledì 29 maggio 2013

Il progetto AMA-ZONAS: Introduzione

L’Amazzonia è diversa, eterogenea e complessa; è multidimensionale e tuttavia integrale, i suoi fiumi, compreso il Rio delle Amazzoni, la selva, i suoi animali, le piante, i popoli originari e i saperi tradizionali fanno in modo che esistano varie Amazzonie e anche diversi tipi di conflitto, sia per l’appropriazione del territorio, sia per l’eredità naturale e culturale che racchiude.

Costituisce un territorio-organismo, o regione-viva, di più di 7.5 milioni di chilometri quadrati, bagnato dal sistema idrico più grande del pianeta che include la sua spina dorsale, il Rio delle Amazzoni con i suoi 6.500 km di lunghezza. La regione amazzonica nel suo complesso è condivisa da 8 paesi: Brasile, Bolivia, Ecuador, Perù, Guyana, Surinam, Venezuela e Colombia, paese nel quale interessa i dipartimenti Guaviare, Guainia, Vaupés, Putumayo e Amazonas, fino ad arrivare alla Sierra de la Macarena.

Il lavoro di ACITAM (Asociación de Cabildos Indígenas del Trapecio Amazónico Colombiano), a nome dei suoi anziani e delle autorità indigene e a favore dei popoli yagua, tikuna e kokoama che abitano la riva destra del Rio delle Amazzoni, ha consolidato processi organizzativi con l’intenzione di rivendicare il proprio territorio - ivi incluse la cultura, la lingua e le tradizioni, così come il suo patrimonio spirituale - mentre ne identifica e denuncia i problemi socio-ambientali e la loro stretta relazione con la perdita del territorio e dell’identità culturale.

Motivato da questa situazione, accogliendo la chiamata di ACITAM e comprendendo la necessità di proteggere le diverse modalità di percezione e comprensione dell’ambiente e della cultura apportate dalle comunità amazzoniche che ha permesso loro di sopravvivere e prosperare attraverso una relazione di convivenza con la Natura, nasce il Movimento Interculturale per la Natura. E’ un collettivo che intende, a partire dalle manifestazioni artistiche, creare degli spazi di partecipazione trans-generazionali che prima di tutto promuovano e convalidino i saperi tradizionali affinché vengano divulgati e praticati tra le popolazioni indigene e non indigene e in ultima istanza si adoperino per la conservazione della ‘selva madre’.

Il trailer

lunedì 27 maggio 2013

TESTI: EXIGIMOS (Pretendiamo)


Pretendiamo rispetto per la vita
Pretendiamo migliore educazione
Pretendiamo la verità nei notiziari
Pretendiamo tutta l’informazione
Pretendiamo che l’acqua si protegga
Perché non c’è niente che valga di più
Pretendiamo gente nuova al governo
E che finisca la corruzione
RISPETTO per la montagna
E che non si tocchino le foreste
Che restituiscano tutta la terra [agli sfollati]
E che il contadino la torni a coltivare

Pretendiamo
Perché possiamo alzare la voce
Pretendiamo
Perché abbiamo diritto di protestare

Pretendiamo che liberino la nostra gente
E che smettano di uccidere e sequestrare
Pretendiamo condizioni differenti
E che le imprese smettano di sfruttarci
Pretendiamo che si cancellino le frontiere
E che esista libertà di pensiero
Che si rispettino anche gli animali
E che infine venga la libertà
RISPETTO per la montagna
E che non si tocchino le foreste
Che restituiscano tutta la terra
E che l’indigeno la torni a coltivare

Le nostre richieste sono unilaterali
Rappresentando il fronte luminoso del sole
E di milioni di cuori che aspettano
Il primo raggio della nuova aurora
Rompiamo secoli di silenzio
Perché abbiamo:

Diritto di protestare!

Il progetto AMA-ZONAS: L'Album.

Sbirciando in un testo di AMA-ZONAS
AMA-ZONAS è un’iniziativa che intende richiamare l’attenzione sull’AMAZZONIA, con i suoi boschi, fiumi, animali e le sue piante, nonché i suoi uomini e le sue donne che hanno dato vita a delle comunità e praticano il sapere tradizionale e la conservazione e la trasmissione della cultura.

Unisce le iniziative di capi e saggi dei popoli indigeni della regione del Putumayo e del Trapezio Amazzonico e delle organizzazioni Bombea, Terra Nova insieme ad artisti di Messico, Cile, Francia, Venezuela, Colombia e musicisti tradizionali di Africa e India che si uniranno in un ‘IKARI’*, canto cosciente, in un album indipendente di distribuzione di massa e gratuita per realizzare così un canto per la preservazione del sapere e delle comunità originarie che lo posseggono, con la costituzione di un ‘Movimento Interculturale per la Natura’ e per la difesa dell’AMAZZONIA.

SITUAZIONE
L’Amazzonia si sta convertendo in uno scenario in cui il business degli Stati e delle imprese private sono l’obbiettivo principale, negando l’importanza del territorio come ‘Selva Madre’, delle diverse forme di vita e della cultura ancestrale che la abitano.
Chiamano l’Amazzonia “riserva mineraria”, la selva, le sue piante e gli animali “materiale genetico”, gli abitanti originari “incivili che vendono artigianato in progetti eco-turistici” e l’acqua “potenziale idrico” con cui realizzare progetti sul fiume dell’Amazzonia, come il porto ubicato nella comunità di Nazareth, mettendone a rischio le molteplici forme di vita.

LA PROPOSTA
Attraverso l’arte, spostare l’attenzione del mondo sulla proprietà collettiva, il rispetto dell’autodeterminazione dei popoli, la conservazione culturale della selva, degli animali e dei popoli indigeni, stimolare l’integrazione regionale e riconoscere la regione amazzonica come unità territoriale, culturale e ambientale.


* Dalla lingua ‘kokoama’ che indica l’azione di curare e guarire con il canto.

Fonte: Blog ufficiale

Chi è Doctor Krapula dalle parole stesse dei ragazzi...

Mario: “Noi abbiamo creato un’immagine di Doctor Krapula che è: fare ballare la gente, ma anche farla pensare. Musica forte con un forte messaggio.

German: “Dr.K. per me è un posto dove qualsiasi idea o pensiero ci può stare, che sia spirituale o superficiale. E’ un posto dove 5 persone con modi diversi di pensare stanno insieme attraverso la musica e questo è come mi piace vedere Dr.K.; è come voglio vedere un paese o il pianeta: un posto dove tutti coesistano felici, tranquilli e la musica sia il nostro canale.”

Mario: “Dr.K. è la mia vita, la mia scuola, la mia università. E’ stato la mia classe e questa è la mia scommessa nella vita di lasciare un significativo granello di sabbia nella società Latinoamericana. E’ la mia scommessa”

Niko: “Dr.K per me è tutto. Dr.K. è l’aria che respiro ogni giorno. L’aria pulita che vogliamo respirare. E’ il cibo che mangio; è la speranza che ho di crescere come persona, come essere umano, come padre, come musicista, come artista e come cittadino.”

Sergio: “Penso che Dr.K. sia piuttosto un movimento sociale perché ogni volta che suoniamo o la nostra musica passa in radio o quando le persone vengono a vedere un nostro show, loro si identificano con i nostri testi come quelli di ‘La Fuerza del Amor’, ‘El Pibe de mi Barrio’ o ‘Para Todos Todo’. Si sentono connessi con quello che diciamo e denunciamo e noi diamo loro delle opzioni. Non si tratta solo di distruggere, ma di costruire e la gente si è unita a noi nel cammino di costruzione.”

David: “Dr.K è un miracolo, perché la vita di ciascuno di noi è un miracolo. Noi abbiamo scoperto che stare assieme è una benedizione e molte poche persone possono lavorare facendo quello che realmente vogliono fare col cuore e io sento che Dr.K. è l’opportunità di essere onesti con noi stessi ed essere quello che vogliamo essere, pensare quello che vogliamo pensare e dire quello che vogliamo dire e questo in un paese come la Colombia, dove ogni volta che un leader dice qualcosa di sensato viene ucciso o dove se un sindacalista pretende il rispetto di diritti, viene ucciso; in questo contesto DrK. è diventato un potere popolare, questo è un miracolo; la nostra musica, le nostre parole appartengono alla gente e la gente le porta nel cuore.”

Mario: “(…) La Colombia si sta stancando di quei gruppi che vogliono imporre la leadership con il terrore. Non possiamo essere governati dalla paura, dal terrore e dalla tristezza.
10 anni fa, ho pensato fosse arrivato il momento di iniziare un progetto per avere qualcosa che mi permettesse di afferrarmi alla vita e sapevo che non potevo realizzarlo da solo, così ho cercato qualcuno che si unisse a me su questa strada verso un progetto di vita sociale, politico e artistico.
La Colombia ha bisogno di una band che dica le cose, che abbia una posizione e lasci il segno, stimoli amore e sentimenti nelle persone.”


Tratto dal DVD Corazòn Bombea, 2010

martedì 21 maggio 2013

Dr. Krapula in Politica


Doctor Krapula ha un’evidente connotazione politica. E a Mario Munoz, suo vocalist e frontman non importa affermarlo. “Però attenzione, che sia chiaro che facciamo parte della Voce della gente e non di un partito politico. Sottolinealo in rosso.” 

"Siamo sempre dalla parte di chi ha bisogno di noi: per inaugurare una scuola, proteggere una montagna, lottare perché non si costruisca una strada in un’area protetta…Questo significa ‘fare politica’, cioè prendere una posizione politica, è la dimostrazione che siamo esseri sociali”, commenta Munoz.

Per questo sono pronti per il concerto della pace, [Concierto de la Esperanza 2] che avrà luogo oggi nella piazza Bolivar di Bogotà, con l’organizzazione di Canal Capital e in cui si esibiranno anche Café Tacvba dal Messico, e i colombiani La 33, Alerta Kamarada e la band di hip hop PaZur.

I Krapula, interpreti di rock e ska, sottolineano il fatto di essere ‘rolos’  [bogotani doc] e amanti della propria città. Fanno inoltre parte di un collettivo informale di gruppi del continente americano che appoggia cause ecologiche e di cui fanno parte molte band oltre a Café Tacvba e Caifanes. 
 “E’ un percorso bellissimo: non è la stessa cosa fare un tour per una birra e farne uno per una montagna o contro le mine antiuomo.”, dice Munoz. 

Oppure farlo con una propria scaletta di concerti, come nel caso del Festival Viva el Planeta, che ha da poco concluso la sua seconda edizione, un evento in cui hanno partecipato, oltre a DRK, Enjambre e Sonido San Francisco (Messico), Percance (Costa Rica). Outernational (US) e i colombiani Diamante Electrico, Skampida e Providencia. 
Lungo questo percorso ci sono varie storie, una specialmente, in Messico, dove li invitò Rubén, di Café Tacvba a un concerto per il territorio di Wirkuta, a San Luis Potosì - il luogo in cui, secondo gli indigeni, nacque il mondo e che è protetto dall’Unesco dal 1998 - per fermare la devastazione indotta da un’impresa mineraria canadese. “Abbiamo fatto rumore e raccolto fondi per appoggiare la lotta di questa causa”, racconta.

Gli interpreti di “El pibe de mi barrio”, “La fuerza del Amor” e “Amanece” si gestiscono in modo indipendente, supportati da imprese musicali in Colombia, Stati Uniti e Europa.
Inizieranno una tournée di 40 concerti lungo l’arco di due mesi negli Stati Uniti, e nel Vecchio Continente, partendo da New York il 30 di maggio. Andranno anche in Italia, [Spagna], Germania, Olanda, Svizzera e Repubblica Ceca.

La loro idea ora è di fare un concerto in qualche punto dell’Amazzonia per lottare affinché questo polmone del pianeta cessi di essere saccheggiato e devastato.
Nel frattempo andranno dove li inviteranno per una buona causa. “Perché se ci portano all’inaugurazione di una scuola distrettuale e un ragazzino ci vede e continua gli studi, allora vuol dire che stiamo facendo le cose per bene, appoggiando iniziative costruttive.” Conclude Munoz.

Fonte: Vive.In

lunedì 20 maggio 2013

DRK e il suo Network: La FONDAZIONE BOMBEA

"Siamo un'organizzazione senza scopo di lucro che ha come oggetto principale la promozione di manifestazioni artistiche locali.
Cerchiamo di formare e incentivale lo sviluppo della musica e dell'arte come progetto di vita e scommettiamo sulla scoperta e sulla promozione di nuovi talenti artistici.
Nasciamo come progetto del gruppo DOCTOR KRAPULA in alleanza con l'esperienza in campo culturale e musicale della 'Popular Music'.
Ci proponiamo di generare coscienza ambientale e sociale attraverso l'arte.
Siamo i creatori del FESTIVAL VIVA EL PLANETA".



sabato 18 maggio 2013

Intervista a SERGIO ACOSTA

Molte poche persone sanno ad una giovanissima età quello che vogliono fare nella vita. Innamorarsi ad otto anni di una tastiera, dichiararsi artista a sedici e saltare dall’aula alla scena senza preoccuparsi di quello che diranno gli altri è ciò che ispira oggi il tastierista di Doctor Kràpula a gridare ai quattro venti che è felice di vivere della musica e di aver sempre lottato per le sue illusioni.

Il cammino è stato lungo  e tortuoso, però pieno di tante soddisfazioni, assicura Sergio, che ha dovuto accettare molte sfide in giovane età quando ha deciso di rendersi indipendente dalla famiglia per sperimentare situazioni tanto paradossali come non avere un soldo in tasca neppure per far colazione, possedendo però un passaporto timbrato con ingressi a più di venti paesi dove viaggiava con rock band conosciute. Non per nulla, il suo specchietto retrovisore contiene tutto questo lavoro realizzato al lato dei suoi compagni della band DRK, che li ha resi meritevoli di più di 10 premi Shock de la musica, 4 Premi Nuestra Tierra, 3 nominations agli MTV Latino, 1 nomination ai 40 Principales de Espana e 3 nominations ai Grammy Latino. Questo senza considerare la presenza al Festival Viva el Planeta del passato 18 di Maggio 2012 [e di quest'anno] e innumerevoli riconoscimenti della stampa specializzata.

Café Tacvba,  Zach de la Rocha, Sonidero Mestizo, La Maldita Vecindad, Calle 13, Venado Azul, Kaifanes sono solo alcuni dei gruppi con cui Sergio ha suonato durante le sue esibizioni all’estero, dove si è distinto come virtuoso della fisarmonica e delle tastiere. I suoi fan hanno imparato a camminare e masticare gomme a tempo, perché con Doctor Kràpula si balla e si riflette simultaneamente. Una settimana dopo aver lanciato a Bogotà l’ultimo lavoro discografico intitolato Viva el Planeta, sono riuscita a intervistare Sergio, che con gli altri quattro membri del gruppo DRK stava preparando l’attrezzatura per esibirsi al Wirkuta Festival a Città del Messico, seguito da un tour di 50 giorni per l’Europa.

DRK NON TOLLERA LA VIOLENZA
Con la naturalezza che lo contraddistingue, Sergio mi spiega che il Rock Latino sta attraversando un bel momento in Germania e l’idea è di approfittarne, ecco perché il 90% del tour è concentrato nel paese germanico, dove band come Panteòn Rococò e Molotov hanno un enorme successo. Certamente DRK non resta indietro.

Come è stata la preparazione per questo tour?
Da quando abbiamo iniziato a comporre questo nuovo disco ci stavamo già preparando per il tour, cioè da circa sei mesi e durante le prove del 2011 ciascuno portava idee, sempre pensando all’Europa perché nel vecchio continente un concerto dura minimo due ore, mentre qui è di 45 minuti, massimo un’ora. Abbiamo preparato due tipi di concerto durante l’anno: uno per l’Europa e l’altro per l’America Latina.  In questo tempo ci siamo preparati anche mentalmente perché il tour è super estenuante.

Avete bisogno di alimentazione speciale durante il tour?
Richiediamo sempre un catering quando siamo in Europa che include dolci, formaggi e salumi, birre, vino, acqua, bibite gasate ecc. Dove arriviamo a suonare ci offrono cibo e un po’ di calma per mangiare.

In che modo questo tipo di tour influisce sulle vostre canzoni?
Per esempio uno dei temi del nuovo CD è nato intorno al tipo di energia eolica che usano in Europa. I temi Atenciòn e Viva el Planeta sono basati sulla storia di un terreno che il governo tedesco ha affittato alla Francia per lo smaltimento delle scorie nucleari e su come la popolazione ha deciso di protestare dipingendosi una X sul viso e sdraiandosi sui binari ferroviari per impedire il trasporto. E’ una protesta massiva, molto impressionante. I contrasti ci aiutano a costruire i testi, per esempio, abbiamo terminato il tour 2011 in un ex carcere Nazista dove si costruivano armi nucleari e dove però adesso esiste un immenso centro culturale.

E perché si chiama Viva el Planeta?
Si è parlato molto della fine del mondo nel 2012, si è speculato tanto sopra le profezie Maya, ma per noi semplicemente si tratta di un cambiamento di rinascita, per questo abbiamo intitolato l’album Viva el Planeta, perché la vita continua e questi mutamenti sono per il bene. Abbiamo condiviso con gli indigeni. I  Maya e tutte  queste esperienze ci nutrono, ci ispirano; abbiamo perfino interagito con i bambini della Guerriglia reinseriti in società, per questo le nostre composizioni sono più sociali, trascendentali.

Esistono certi parametri al momento di comporre le vostre canzoni?
Noi siamo identificati con la nostra musica, ci sono molte band che nascono per diventare famose perché questa è la loro intenzione originaria e sicuramente ci riusciranno rapidamente, però altrettanto rapidamente di come sono salite  scenderanno, per questo pensiamo che non è la stessa cosa creare un appeal pubblicitario rispetto a creare un’opera d’arte. Le nostre canzoni trasmettono un messaggio. Non è la stessa cosa ascoltare un musicista di reggaeton che parla della sua produzione e un artista che prepara la sua pre-produzione dove gli accordi si affiancano o definiscono la post produzione. In quindici anni di carriera abbiamo visto che ogni tre anni nasce un nuovo genere musicale che però svanisce, come nel caso del TropiPop che aveva una grande presa, era di moda e di cui l’unico esponente sopravvissuto è Fonseca, che praticamente ha detronizzato Carlos Vives. Credo che succederà lo stesso con il Reggaeton. La depurazione condurrà ad un punto in cui rimarranno quelli che fanno musica di qualità e gli altri spariranno.

Come reagisce il pubblico quando canta Doctor K?
In generale molto positivamente, però a volte, quando la gente è diventata violenta, Mario la voce di DRK, ha saputo gestire la cosa. E’ un esperto nel gestire le masse e dice alla gente che siamo lì per divertirci e ballare. Se è necessario, Mario interrompe il concerto fino a che il pubblico si è calmato e allora ricominciamo. Al lancio dell’ultimo CD a Bogotà c’è stata una band che incitava molto il pubblico a saltare e a colpirsi aggressivamente, però quando siamo usciti sulla scena, l’atteggiamento è stato diverso, la gente sa che quando si presenta Doctor Krapula non si tollera violenza. Se è necessario fermare il concerto lo facciamo e chiamiamo la polizia.

Sergio, qual  è la tua esperienza con i giovani di questa generazione?
Credo che la cosa buona di questo momento nella musica è che gli artisti o musicisti non sono le mega stelle che erano considerate prima, erano divinità intoccabili, ora si gestisce meglio questo aspetto e possiamo avere un contatto più diretto con i giovani. Penso che quando trasmetti loro buoni messaggi, i giovani reagiscono nello stesso modo, sono disponibili, vogliono fare attività di carattere sociale, essere solidali, questo è quello che percepisco. La cosa cattiva è che le reti sociali hanno influito enormemente sui giovani, li vedo cercare una propria identità in rete, però bisogna ricordar loro che non tutto quello che è di moda è la cosa migliore.

Come è accolto Doctor Kràpula nelle altre città colombiane?
Grazie alla radio, alla televisione e soprattutto a internet, possiamo essere ovunque oggi. Siamo presenti su Facebook, Twitter, My Space, Flickr ecc. Rispondiamo noi stessi a tutti i messaggi dei nostri fan e siamo disponibili ad ascoltare tutto quello che ci dicono. L’impatto è molto grande. Abbiamo visitato quasi tutta la Colombia con una audince fino a dieci mila persone. Siamo stati a Santa Marta, Cartagena, Barranquilla e anche a Cali, dove, nonostante il gusto per la salsa, la gente ci accetta e ci conosce. Siamo stati fino a Puerto Gaitàn, con tutti che saltavano. La stessa cosa a Yopal, Palmira, dove eravamo lo show principale, il pubblico è impazzito con le nostre canzoni. La band è posizionata molto bene a livello nazionale.

MI PIACE IL ROCK LATINO
Ricordando momenti del passato, quando Sergio era un adolescente come i suoi compagni di DRK, sente che a quel tempo erano più polemici e ora sono più propositivi. Di quella tappa di ribellione resta il significato del nome perché pensavano che in politica ci sono molte persone che si presentano come un dottore e in verità sono dei dissoluti. Ci sono molti ‘cràpula’ che finiscono per essere dei dottori, alla fine il gioco tra queste parole ha dato origine a Doctor Kràpula.

Com’è stata l’evoluzione di DRK?
Abbiamo cominciato  in tredici e diciamo che in questo gruppo  ci sono sempre state cinque persone che sono rimaste unite. All’inizio della band abbiamo dovuto prendere molte decisioni che per un adolescente erano difficili.  A parte le nostre carriere, solo uno di quei cinque si è laureato perché desideravamo realizzare un sogno, con questo non  voglio dire che si sia stati il migliore o il peggiore esempio da seguire.

Vi ha colto di sorpresa il successo?
Eravamo all’università quando la band iniziò ad essere molto conosciuta ed apprezzata grazie alla canzone La Fuerza del Amor, che rimase otto mesi la numero uno in Colombia, fu un fenomeno. Alejandro Villalobos diventò un fan di DRK e la canzone suonava tutto il giorno. La cosa più divertente è che ha girato il mondo: quando siamo in Germania la chiedono sempre, così come in Messico, in Argentina, negli Stati Uniti. La Fuerza del Amor e El Pibe de mi Barrio sono stati successi tanto grandi  che dovemmo decidere se dedicarci alla band o a studiare.

E come è stato il salto dall’Università alla scena?
Ho iniziato da bambino a suonare il piano. I miei genitori pensavano più a mia sorella Adriana quando ci comprarono un piano, lei ha un orecchio speciale, ha talento, e mai pensarono che sarei stato io ad appassionarmi. Iniziai a fare canzoni al piano, mi presero un professore privato fino a che entrai all’università a studiare pianoforte, però ho fatto solo 5 semestri poi ritornai alle lezioni private. Quando sei all’Università, vuoi essere il pianista più virtuoso, imitare Rachmaninoff, però alla fine ti rendi conto che per fare musica per la gente devi fare qualcosa di più semplice, devi suonare accordi e fare testi semplici affinché la musica si possa vendere.

Qual è l’essenza di Doctor Kràpula?
Abbiamo iniziato come band  di Ska, come Los Cadillacs, los Autenticos Decadentes: lo ska era una mescola di salsa, cumbia ecc, però quando ci siamo ritrovati in cinque, ci siamo resi conto che ci piaceva molto il rock e quindi abbiamo aggiunto più tastiere, chitarre elettriche, una batteria più forte e la parte ‘latina’ la si porta nel sangue. Siamo latini e facciamo rock, inseriamo pezzi sincopati che si usano per la salsa e questo fa in modo che facciamo Rock Latino. Viaggiando tanto il tutto si evolve molto, perché si sperimentano nuove cose , pero manteniamo la nostra identità: a Cordoba, Argentina, negli Stati Uniti, in Germania, troviamo sempre colombiani compiaciuti della nostra musica, ci avvicinano, ci raccontano la loro vita.

Come leggi l’assenza di successo per le nostre band di rock latino?
Il salto generazionale nelle bande di rock latino è assurdo. Da vent’anni non esce una band famosa come fu Soda Stereo o Charlie Garcia o Los Cadillacs. L’unica ora è Calle 13 e noi stessi ci stiamo consolidando sul cammino del rock latino, ci sono invece molti che fanno fusion con Reggaeton.

VIVA LE ALLEANZE MUSICALI
L’album Viva el Planeta ha quattro collaborazioni musicali molto importanti. Una delle più palpabili è la chitarra di Juanes nella canzone Amanece. Dall’Uruguay arriva il gran apporto del cantante della band No te va a gustar, che è una stella laggiù, dall’Argentina Los Autenticos Decadentes e da Miami l’importante rinforzo di Andrés Castro che è il produttore e vincitore di molti premi Grammy. Sergio ha la certezza che questo album terminerà la fase di consolidamento della band in America Latina e nel mondo.

Come è arrivato Juanes al progetto?
Volevamo incidere con lui da quattro anni e gli abbiamo chiesto se voleva partecipare a questo album suonando un assolo di chitarra e ci ha risposto di sì subito. Eravamo già stati con lui agli MTV due anni fa, era con noi in camerino ed era molto contento della nostra nomination e ci ha sempre detto di essere nostro fan: ha persino annunciato in twitter il lancio del singolo Amanece e ci ha ringraziati. La collaborazione con Juanes si aggiunge a tutti gli sforzi che abbiamo fatto per incidere questo disco a Los Angeles, Miami e Bogotà. L’ingegnere del suono degli studi Henson di Los Angeles è bravissimo, mentre entravamo noi, stava uscendo Justin Bieber.

Qual è la tua canzone preferita di questo album?
Musicalmente quella che mi piace di più è Atencion e per il testo Viva el Planeta.

Il calcio è una costante nelle canzoni di DRK?
Sì c’è sempre un po’ di calcio, tanto Mario quanto German sono fanatici di questo sport e sono tifosi di varie squadre colombiane ed europee. A me piacciono di più i videogiochi, però il calcio è una passione che accompagna sempre DRK, anche se personalmente non sono tifoso di nessuna squadra.

Chi ammiri musicalmente?
Beh, la lista potrebbe essere infinita. Ammiro molto Gustavo Cordera, che faceva parte del gruppo Bersuit Vergarabat e ha deciso di diventare solista, un passo difficile, però Cordera ha fatto un eccellente lavoro, andrà più lontano di quanto è arrivato con la band.  Muse è una band inglese che mi piace: fanno fusion di musica classica e rock con una forte influenza di Freddy Mercury. John Mayer è molto creativo quando compone. Fin da piccolo ammiro Beethoven che ha alimentato il mio amore per il piano con il suo Chiaro di Luna. A tredici anni ascoltavo Rachmaninoff, qualcosa di strano a quell’età.

Che messaggio vorresti mandare ai giovani?
Il miglior consiglio che posso dare è di cercare di stare sereno nella vita e per stare sereno devi essere responsabile in ogni momento, con tutte le decisioni che si prendono. Avere serenità fisica e mentale senza preoccuparsi per il denaro, perché in qualche momento arriverà, così come il successo. Nello stesso modo bisogna smettere di essere indifferenti, accettare il prossimo senza essere esclusivo, anche se ha l’Aids o il cancro, anche se è un guerrigliero o omosessuale. Tutti meritano rispetto. Bisogna smettere di voltare la schiena.

E infine, continua ad essere complicato per gli artisti come te mantenere una vita sentimentale?
Mantenere vivo l’amore è la cosa più importante e questo si ottiene pensando a come proiettarsi nel futuro con la persona che si ama, pensare ad un futuro insieme, sennò è impossibile. E’ questione di sentire la mancanza reciproca: di fatto la band ha raggiunto già un certo livello e viaggiamo molto, ci sono le fan però devi rispettarle e tenere bene in mente quello che vuoi e come sarebbe il tuo futuro con la tua compagna. Noi musicisti abbiamo fama di superficiali, però credimi che ho conosciuto più manager infedeli che artisti.

- di Natalia Gnecco


giovedì 16 maggio 2013

TESTI: LA FUERZA DEL AMOR (La forza dell’amore)


Il mio amico va a letto con sofferenza nell’anima,
ormai quasi non mangia, il denaro non basta,
però lui è coraggioso e deve continuare,
i suoi sogni alimentano la sua ansia di vivere.
Va a letto piangendo e interroga il suo destino,
lo agita non poter vedere la luce,
Si domanda perché tutto gli riesca male;
mentre dorme si dimentica del mondo normale.

Beve ogni tanto
E fuma il vizio della solitudine.
Non può dimenticare il suo sacrificio;
lavora e dimentica la diseguaglianza.

So che nella tua vita c’è dolore,
che le cose vanno di male in peggio,
ciò che ti rende migliore
è lottare con la forza dell’amore.

Il mio amico si sveglia con sofferenza nell’anima,
però c’è una cosa che calma il suo dolore:
al vedere i suoi figli nel letto accanto,
crede alla menzogna che il mondo sia cambiato.
Prende il caffè e ritrova le forze;
e vede chiaro il suo futuro alla finestra;
sorride tranquillo e placa il suo dolore,
sospira e dice: - alzati e vai -.

Beve ogni tanto
E fuma il vizio della solitudine.
Non può dimenticare il suo sacrificio;
lavora e dimentica la diseguaglianza.

So che nella tua vita c’è dolore,
che le cose vanno di male in peggio,
ciò che ti rende migliore
è lottare con la forza dell’amore.

Non può morire perché ha compreso
di essere tutto ciò che la vita ha dato ai suoi figli,
stanco combatte e la forza gli basta
per dare loro un po’ di speranza.

So che nella tua vita c’è dolore,
che le cose vanno di male in peggio,
ciò che ti rende migliore
è lottare con la forza dell’amore.



DRK e il suo Network: Il Manifesto della FONDAZIONE SEYKIWIA (seme di pensiero).


  Non siamo un’organizzazione politica, né contiamo sull’appoggio di alcun governo. Il seme del pensiero è immateriale. Il seme del pensiero è spirituale. Cerchiamo di proteggere la Spiritualità Ancestrale e, in base alla sua visione, le leggi dell’Origine.
  Non apparteniamo ad alcuna affiliazione di destra, sinistra o centro perché non è il nostro modo di vedere: stiamo con la Vita in tutte le sue direzioni e manifestazioni.
  Non siamo un gruppo di musica. Promuoviamo la cultura e la sua unità. Riconosciamo la trasmutazione del canto e dei suoni come uno scambio energetico con il Grande Spirito per dinamizzare i 4 elementi. Con buoni propositi, affinché si risvegli nel nostro cuore la Vita. Riconosciamo il nostro corpo come la Terra e per questo riconosciamo lo scopo del canto come pulizia spirituale del nostro corpo materiale.
  Non abbiamo un presidente né impiegati, né coda né capo. Ci vediamo come punti di una rete infinita di intenzioni che promuove un cambio strutturale della visione materialistica dell’occidente nella maniera di vivere, di amare, di crescere e di essere responsabili. Non siamo una religione. Non siamo un sistema di credenze. Riconosciamo l’Unità nella Diversità. Riconosciamo l’essere umano come parte del Cosmo e della Terra.
  Siamo un ente interdisciplinare formatosi spontaneamente a partire da un’ intenzione, con l’obbiettivo di armonizzare il mondo spirituale con il mondo materiale attraverso la guarigione del cuore o la pace interiore.
  Siamo un comportamento. Un modo di pensare. Un pensiero positivo in libero scambio per tutti.



Due VIDEO dello Show di DRK e FONDAZIONE SEYKIWIA al ROCK AL PARQUE 2006:

lunedì 13 maggio 2013

VISTI DA VICINO - David Jaramillo, basso


È il bassista, ma è anche la persona che ha in carico i cosiddetti ‘progetti paralleli’ della band e cioè le collaborazioni artistiche associate a temi sociali e ambientali. E’ infatti un attivista e un profondo conoscitore soprattutto della cultura ancestrale delle popolazioni indigene. E’ stato anche sposato con una leader del popolo Arhuaco (abitante della Sierra Nevada) che gli ha dato un figlio, Samuel e con la quale ha fondato, insieme ad altri attivisti, la fondazione Seykiwia (Seme di pensiero).

Ha una forte comunicativa e per questo è spesso in viaggio con Mario per promuovere la band e i concerti. La sua impronta spirituale riecheggia in molti dei testi degli ultimi album e se non mi sento di definirlo l’ideologo’ del gruppo, sicuramente è un punto di riferimento forte per i colleghi.
Dipinge e decora personalmente molti degli accessori che indossa e nel suo autografo è sempre presente un sole splendente. A lui si attribuisce la famosa frase: “Noi non ci sentiamo né di destra, né di sinistra, rappresentiamo il fronte brillante del Sole.”
MB

domenica 12 maggio 2013

Il Sogno 'Planetario' di Doctor Krapula

Sognare, ancora da adolescente, di diventare un artista professionista, un rocker, sembrerebbe una cosa 'normale', potremmo dire un sogno piuttosto diffuso. Riuscire a diventare un rocker, a realizzare il sogno, beh, già è cosa di pochi e sicuramente chi ci riesce merita la nostra ammirazione di persone 'comuni'. Ma lo stesso sogno può avere un peso molto diverso a seconda del paese in cui è nato ed è stato coltivato. Sognare, ad esempio, di diventare ingegnere in Italia, non è come sognarlo in Bangladesh in una famiglia di contadini...

Non c'è dubbio che Doctor Krapula abbia coltivato con successo il proprio sogno, ma quanto difficile può esser stato perseguire quel sogno in Colombia? Interessante domanda...vi passo alcuni dati.
Come sapete, Doctor Krapula è nato nel 1998, quando Mario, il più vecchio dei ragazzi, aveva solo 19 anni. Nel 1994 Bogotà era in tutte le statistiche degli osservatòri internazionali al primo posto come città più brutta e pericolosa del MONDO. Si uccideva per un pezzo di pane, o per un parcheggio, si uccidevano sconosciuti  per riscuotere taglie su coloro che fossero in odore di narcotraffico o paramilitarismo...era il caos totale. Si uccidevano i sindacalisti e chiunque protestasse per qualsiasi cosa in nome dell'ordine pubblico. E anche la paura uccideva, perché si sparava anche per paura, paura che fosse l'altro, il nemico invisibile, a sparare per primo.

Proprio in quel caos, che costringeva tutti a vivere rinchiusi in casa, degli adolescenti decisero che bisognava impegnarsi in prima persona, uscire allo scoperto e fare sentire la propria voce. Organizzavano marce e marciavano insieme e per i senza voce, per gli oppressi, per i diritti fondamentali di ogni Uomo: alla Pace, alla Libertà, alla Dignità. Decisero di alzare la voce cantando, perché i messaggi dovevano essere forti, ma è la musica che unisce e infonde speranza e allegria. Li hanno minacciati, hanno tentato di corromperli, li hanno osteggiati, ma loro non si sono fermati, non hanno taciuto...e credo che questo fatto renda il loro sogno molto speciale, trasformandolo in un atto di eroismo. Nel tempo la situazione è cambiata, ma c'è ancora molto da fare. Proprio ieri la notizia di minacce ad un direttore di una radio, e ci sono stati anche attentati recenti ad altri Direttori di Radio che non si assoggettano a nessuna forma di potere per cercare e mostrare la verità. E proprio ieri ancora Mario tuonava in un Tweet il suo appoggio incondizionato a coloro che si oppongono al bavaglio fascista.

Non tutti i sogni sono uguali, no, il loro è un sogno 'planetario' non solo perché è tanto grande, ma anche e soprattutto perché abbraccia il mondo intero e ci dice che non dobbiamo avere paura, che le cose possono e devono essere cambiate e che tutti siamo chiamati ad offrire il nostro impegno, affinché questo avvenga. Il sogno di questi coraggiosi ragazzi ci dice che non importa quanto grande e apparentemente irrealizzabile sia il  nostro sogno, perché dipende solo da noi realizzarlo. MB

venerdì 10 maggio 2013

INTERVISTA a GERMAN MARTINEZ


Nel 2012 siete tornati in Europa, avete lanciato il nuovo disco. Come è stato il processo della creazione del nuovo show?

E’ stato un processo strano però molto positivo. Abbiamo lanciato il disco a Bogotà e la settimana seguente iniziavamo il nostro nuovo tour europeo. La prima settimana abbiamo fatto molti aggiustamenti mentre trovavamo il ritmo ideale e la dinamica sulla scena. Avevamo un nuovo disco e questo implica un nuovo show, per le nuove canzoni, per le nuove versioni ecc. Alla fine e dopo quasi 10 concerti, siamo riusciti a trovare il ritmo che volevamo e in più la durata che abbiamo sempre desiderato: due ore.

Il tour vi ha dato quella unione di cui avete bisogno come band per raggiungere il punto ideale…
Certo, perché avevamo concerti ogni giorno o ogni due. E’ stato un tour molto intenso e bello, durante il quale abbiamo toccato molte città e in più la convivenza rafforza l’amicizia e la band. Ogni concerto ha i suoi alti, bassi, intensità e molta energia. Oggi sentiamo di essere una band molto solida sulla scena e si nota in ogni concerto. Decisamente, quello che si guadagna in esperienza dentro e fuori dal palcoscenico si nota sempre quando suoni dal vivo e questa è la cosa più importante che deriva dal mettere insieme molte esibizioni.

I vostri fan sono molto fedeli, come hanno vissuto l’ evoluzione e il cambiamento con il nuovo show, le nuove canzoni?
All’inizio ci accorgevamo che chiedevano sempre le canzoni vecchie, quelle più conosciute, però conoscendo a poco a poco il disco, hanno visto come i nuovi elementi e suoni si sono incorporati nello show. Nei primi concerti, c’era un po’ di timidezza, però con lo scorrere delle canzoni, la gente si faceva contagiare dalla nostra energia e dal ritmo del concerto, così che alla fine tutto finiva per diventare una grande festa, come è sempre stato.

Avete nuovamente ricevuto una nomination ai Premi Grammy. E’ la terza per ‘Exigimos’, nella categoria di ‘Miglior Canzone Rock’. Che significa per voi questa nuova candidatura?
E’ molto importante, perché è il riconoscimento della gente Latinoamericana ad una canzone che ha un tema sociale, che ha un testo con un messaggio. Questo ci dice che si possono fare canzoni di contenuto che possono essere riconosciute dai tuoi colleghi e dell’industria musicale in generale. E’ stato molto speciale per noi come band, come creatori di musica e testi.

Molti artisti ricevono critiche per le nomination a Premi come i Grammy…cosa puoi commentare al riguardo?
Siamo abituati alle critiche. Lavoriamo da 12 anni e veniamo dalla scena underground di Bogotà, dai piccoli circuiti di ska e punk. Sul cammino verso un’identità mainstream, è possibile che abbiamo perso qualche fan, però ne abbiamo guadagnati molti di più. A noi interessa, come band, comunicare e far conoscere le nostre idee, i nostri pensieri e una delle forme per trasmettere questi messaggi è essere presenti nei media. In questo modo si sono moltiplicati i fan e non solo in Colombia, anche in Messico, in altri paesi Latinoamericani e in Europa. Oggi non sentiamo tanta resistenza, al contrario la reazione della gente è di congratularsi con noi e fanno il tifo perché possiamo vincere il premio.

Molti gruppi seguono l’esempio e l’etica di lavoro di Doctor Krapula. Quale potrebbe essere il tuo consiglio migliore per quelli che iniziano oggi il cammino della musica?
Il primo consiglio è di smettere di credere, pensare e sognare che arriverà un manager che risolverà tutti i problemi della band, come se fosse il Messia. Devi lavorare con e per la tua band, fissare mete, verificare, fare ricerca, pianificare e sognare affinché il gruppo possa realizzare molte cose. Il limite lo poni solamente tu.

Voi supervisionate molti aspetti del funzionamento della band, come funziona?
Come musicista hai il tuo talento, però con il tempo scopri che hai altre abilità che possono essere e sono determinanti per il funzionamento della band. In questo modo si evita di avere estranei che prendono decisioni per te. Io sono musicista e mai avrei pensato che sarei stato bravo coi numeri e la finanza, ma con il tempo mi sono accorto che potevo portare questo contributo alla band. Mario è incaricato della grafica, lui ha sviluppato i concetti visuali, l’identità della band; Nicolàs il batterista è un gran editor e gestisce bene le reti sociali; David il bassista si incarica dei progetti paralleli sociali del gruppo e Sergio lavora nelle relazioni pubbliche e nella produzione di molte cose della band. E’ interessante vedere come si sviluppano altri talenti che alla fine saranno al servizio del gruppo.

Fonte: GIBSON

giovedì 9 maggio 2013

lunedì 6 maggio 2013

Doctor Krapula - "Viva El Pianeta Tour" Italia 2013 [Promo 1]!

I DOCTOR KRAPULA, arrivano FINALMENTE in ITALIA, grazie al fanclub italiano Doctor Krapula Italia
Save the date: 6-7 agosto 2013! 
Ecco il primo fighissimo promo... DOCTOR KRAPULA, PRESENTE!






A breve news, intanto aiutateci a divulgare il video, grazie!

domenica 5 maggio 2013

INTERVISTA negli studi di PUNTORADIO NOVARA (2012)


Nell'intervista Mario, David e German raccontano e cantano i passaggi più importanti della loro storia. Usciranno molto soddisfatti dagli studi radiofonici per essere stati ricevuti con affetto e per non aver dovuto rispondere a domande superficiali o futili sulla loro vita da rocker assediati dalle fan e dalle 'starlette' della TV, come spesso accade loro in patria ;)

VISTI DA VICINO - Mario Munoz, voce



Se un sorriso potesse salvare il mondo, quello di Mario sicuro farebbe miracoli anche su pianeti lontani. C’è una strana magia che aleggia intorno alla sua persona sopra e fuori dal palco. Riesce ad affascinare tutti con l’immediatezza e la semplicità che gli sono proprie, attirando anche nugoli di bambini che lo seguono adoranti come se fosse una versione un po’ denutrita di Babbo Natale. Con tutti è gentile e spontaneo, perché Mario è un uomo pacato che poco ha da spartire con la tipica personalità del ‘rocker’ ribelle e tantomeno della star. Ha infatti modi rispettosi e discreti e conduce una vita regolata e tranquilla, per quanto possibile.
Certamente è un artista che non si risparmia ed esercita una notevole dose di autodisciplina in tutto ciò che fa, anche nel prendersi cura della propria salute, osservando ritmi di sonno regolari (quando non è in tour) e un’alimentazione sana.

Non si considera un cantante, ed anzi afferma di non saper cantare, ironizzando anche sul suo ruolo che definisce di ‘subcantante’ – un palese riferimento al ‘subcomandante’ Marcos – e confessa di non essere neppure un musicista (anche se recentemente ha iniziato a studiare chitarra), eppure è proprio lui che, quasi vent’anni fa, ancora liceale irrequieto e piuttosto incostante a causa dei mille interessi che coltivava fuori dalle aulee, ha cercato e riunito intorno a sé i musicisti che ancora oggi lo accompagnano, per realizzare un sogno che aveva sin da bambino. 

Vederlo insieme ai suoi soci è un po’ come osservare un branco di lupi, in cui Mario pare il vecchio saggio che si prende cura dei giovani compagni. Certamente loro si sentono ‘famiglia’, si chiamano fratelli e lo sono sicuramente molto più di molti fratelli di sangue, perché si vogliono bene davvero e condividono quasi tutto, oltre ovviamente alla musica e agli ideali. Mario ci crede davvero in quello che canta sul palco e confida pienamente nel potere rigeneratore dell’Arte, che considera uno strumento rivoluzionario per attivare le coscienze degli Uomini. E i suoi ideali li vive mettendoli in pratica nella quotidianità, senza mai scendere a compromessi perché non è per diventare ricco che ha scelto di fare il rocker, bensì per aiutare il Mondo a cambiare, per fare la Storia.

Si è sposato 3 anni fa con Catalina, una donna esile e forte che lui adora, dopo un fidanzamento di 3 anni. Sembrano le due metà di una stessa mela ed è significativo sapere che sono abituati a mangiare dallo stesso piatto, in modo che ciascuno abbia la metà di una porzione…

VIVA EL PLANETA - Il disco

VIVA EL PLANETA è il quinto album registrato in studio della band bogotana. E’ stato prodotto e realizzato da Andrés Castro a Los Angeles, dove registrarono artisti del calibro dei Doors, Rolling Stones, Pink Floyd e altri.

Per noi, come rockers bogotani, è stato un onore registrare in quegli studi tanto emblematici [Henson Studios]. Con Viva El PLaneta vogliamo mandare un messaggio di speranza e positività: il 2012 è il momento di cambiare e riflettere sulle nostre azioni e la nostra forma di vivere prendendoci cura del pianeta. Il disco è pieno di messaggi positivi. Abbiamo tratto ispirazione per questo disco nel corso dei nostri viaggi, nei tour e provando nella nostra casa. Le composizioni di ‘Viva El Planeta’ sono nate con l’apporto di tutti i componenti di Dottor Kràpula.
Il disco contiene dieci canzoni inedite e ha avuto la collaborazione di 3 grandi artisti latinoamericani: Juanes, Los Autenticos Decadentes e No te va Gustar

Per Dottor Kràpula, ‘Viva el Planeta’ è un disco che sa di Vita, di speranza e profuma di alba.
Amanece (Sorge) è il primo singolo del disco e include la partecipazione di Juanes in un assolo alla chitarra. Il video è stato girato dalla casa di produzione Locomotora. 
La canzone con Autenticos Decadentes si chiama ‘Buscando el amor’ (Cercando l’amore), è un ritorno allo ska. “Gli Autenticos sono sempre stati una nostra influenza, ora sono nostri amici e hanno deciso di accettare il nostro invito a partecipare.” ‘Solo soy’ (Solo sono) è il tema che i bogotani hanno sviluppato con la band uruguayana No te va Gustar, siamo diventati amici in strada e ci siamo incontrati in vari festival. In questa nuova produzione ci siamo evoluti verso l’essenziale. Quando uno fa un disco tende a sovraprodurre le canzoni, invece ora abbiamo fatto un disco che si ascolta così come quando si suona sul palco. Il processo evolutivo è avvenuto come risultato del consenso assoluto: per la prima volta abbiamo lavorato in squadra. Abbiamo imparato che possiamo registrare un disco in tre giorni, abbiamo imparato a metter su un concerto, a farne una festa. Abbiamo imparato ad avere più fiducia in quello che facciamo e a comporre collettivamente. In ‘Viva EL Planeta’ ci sono canzoni per tutti i gusti, musiche per cucinare, per far festa, da dedicare, da cantare alle marce di protesta e alle manifestazioni, ma ci sono anche melodie per pensare e per far innamorare.

I musicisti di grandi successi quali ‘Sagrado Corazòn’, ‘Bam’ e ‘La fuerza del Amor’ hanno creato il ‘Festival Viva el Planeta’: “Noi non facciamo battaglie contro un genere musicale, quello che invece facciamo è tessere reti di nuovi spazi e così ci siamo inventati il festival. Si tratta di spazi di convivenza di differenti stili musicali. Il tema centrale del Festival è la coscienza planetaria. L’ingresso è gratuito, la gente non deve preoccuparsi di biglietti o cose del genere, ma solo di divertirsi. Speriamo di crescere molto come band in modo da generare più spazi per nuovi artisti”.

La band guidata da Mario Munoz, inizia ora il suo Tour mondiale (il quarto). Hanno pianificato un giro attraverso più di 15 paesi tra i quali gli Stati Uniti, la Germania, l’Italia, la Svizzera, la Cechia, la Spagna, il Messico, e l’Argentina. In Europa hanno programmato quest'anno 25 date.

Doctor Kràpula segue ‘Bombea Discos’: “E’ un movimento indipendente legato a Messico, Europa e Sudamerica e vogliamo riunire gruppi indipendenti che stanno creando consapevolezza attraverso la musica. Con Bombea Discos promuoviamo la registrazione di dischi di gruppi che facciano il proprio lavoro con dedizione. Continuiamo a puntare sul fatto che la cultura è la soluzione ai problemi di questo paese.

- In Europa l’album è venduto con etichetta Uebersee Records ed è disponibile in formato digitale su iTunes e Amazon.com -

VIVA EL PLANETA WORLD TOUR 2013



Sono 5 i giovani 'dottori': (da sin.)  David al basso, Nicolas 'Nico' il batterista, Sergio alle tastiere, Mario il cantante e German alla chitarra. Girano il mondo proponendo a tutti la stessa medicina: una mescola di rock, ska, punk addittivata di salsa e cumbia, i ritmi della loro terra, la Colombia.

La loro è una musica variegata e ricca di contrasti, proprio come il paese bellissimo, ma tormentato ahimé da quasi 50 anni di conflitto armato, in cui sono nati.  E sono armati infatti, ma solo dei loro strumenti, per suonare e soprattutto per portare una testimonianza e un messaggio: che non ci si deve arrendere mai alle logiche del potere e della violenza e che il popolo unito può cambiare il corso della propria storia. Per questo parlano di lotta i Dottor Kràpula, però nelle loro canzoni la lotta si fa con la forza dell'amore, dell'impegno e svegliando le coscienze della gente. Chiamano alla lotta a favore degli emarginati, dei dimenticati, dei deboli e dei senza voce e ovunque li intervistino i DrK parlano con orgoglio dei risultati raggiunti anche attraverso il lavoro delle loro Fondazioni.

E' facile innamorarsi della loro musica e dei sorrisi aperti e sinceri di questi ragazzi che sono rimasti semplici e umili nonostante la notorietà raggiunta in patria. Anche se in Italia non sono ancora conosciuti, sono infatti pluri-premiati questi 'dottori', delle vere e proprie stars in America Latina, anche se a conoscerli non si direbbe: hanno conservato intatto il loro spirito 'underground' degli inizi e un'immediatezza comunicativa che si legge anche nei testi delle loro canzoni.  Contano su un pubblico che li segue fedelmente da oltre quindici anni e li considera i veri e propri leader di un 'movimento' che essi stessi hanno definito 'di attivazione delle coscienze' al pari di altri colleghi - a loro volta amici e fan dei DrK - con cui hanno già collaborato in passato, tra i quali spiccano nomi conosciuti anche in Italia: Manu Chao e Juanes.

Non c’è dubbio che i DrK abbiano tutte le carte in regola per arrivare al cuore e alla coscienza di molte altre persone anche nel nostro paese, dove ci auguriamo raccoglieranno molti consensi. Scommettiamo, inoltre, che se non riusciranno a far soldi facendo i rockers, almeno, a modo loro, faranno la Storia!

DATE ITALIANE: 
- 6 agosto - Castelletto Ticino (NO) e 
- 7 agosto - Verbania (VB)
INGRESSO GRATUITO

Per info scrivere a drkrapula.italia@gmail.com

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