foto Julio Castro |
16 luglio 2013 di Julio Castro –
Parlano di ciò che è di tutti, non dei beni materiali, bensì
di quel sentire collettivo che bisogna sviluppare, e non localmente, ma sul
pianeta. E’ un’esemplificazione parziale di quello che vuole questo gruppo, che
sicuramente riesce a far arrivare il messaggio al pubblico. I colombiani DOCTOR
KRAPULA aprono la seconda giornata del Festival Prineos Sur 2013 e ne
approfittano per salutare i ‘loro genitori’, riferendosi ai messicani Café
Tacvba, che suoneranno dopo di loro.
Il giovane gruppo ha i modi e l’energia dei giovani
musicisti dal sangue caldo, della gente coinvolta, di chi non si lascia
imbavagliare né imporre il ritmo…e qui il ritmo lo marcano loro. In tutto il
lungo elenco di canzoni (che si allungano in complicità con il pubblico), le
canzoni toccano rivendicazioni di ogni tipo. Denunciano la corruzione, la
violenza diretta e indiretta contro la gente. Sono anti-tauromachia, anti-corruzione…e
in definitiva il loro Antidoto è la
anti-globalizzazione. Una delle canzoni qui cantate dal pubblico e una di
quelle che mi sembra meglio riuscite, è Somos,
dove includono tutti, dove richiamano a una lotta globale, in maniera
collettiva e armonica, come fosse un inno per spingere a muoversi.
Non avevo ancora avuto occasione di ascoltarli dal vivo,
anche se conoscevo alcune delle loro canzoni da tempo, e oltre allo spettacolo
musicale, quello della sua voce principale, Mario Muñoz, è esigente
visivamente, ammenocché non ti unisca a lui saltando: io mi fisso la telecamera
perché non se ne voli via e finiamo tutti a saltare con loro. Non pare
possibile che nel loro paese vengano trattati come gruppo sovversivo, anche se,
con i politici che abbiamo nel nostro governo, forse dovrei stare zitto, perché
quanta gente non si è censurata o tentato di censurare nel nostro paese?
Il fatto è che Doctor Krapula non ha peli sulla lingua,
parlano del loro Presidente, della loro situazione, però quello di cui cantano è estendibile a tutto
il pianeta, e loro ci chiamano a unirci a questa ribellione quotidiana.
Lo spirito di lotta è presente nel pubblico che assiste a
questo concerto, e il ritmo della band e i toni forti della sua musica
riscaldano subito la notte fredda e ventosa di questa seconda giornata: “Siamo
il Sole, il Vento e il Mare, siamo la Terra che si leva” O almeno dovremmo esserlo.
Fonte: laRepúblicaCultural.es http://www.larepublicacultural.es/article7292.html
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