venerdì 13 settembre 2013

L'Intervento di Cesar Pachon, portavoce dei 'Campesinos' colombiani sulla musica di David Jaramillo

“Chiedo a tutti il favore di ascoltarmi attentamente. Rappresento qui un popolo contadino, dignitoso e lavoratore e le persone più onorate e oneste di questo paese. Rappresento principalmente i coltivatori di patate, perché è lì che è nato questo Movimento, però vengo anche in rappresentanza dei coltivatori di cipolle, di fagioli, di pomodori, dei frutticoltori, produttori di latte che fanno parte della nostra economia. Noi non ci dedichiamo ad un solo tipo di coltivazione, perché pratichiamo la rotazione, diversamente danneggeremmo la terra. In questo momento tutti loro vi mandano un saluto e una richiesta di aiuto, perché ci troviamo in una situazione di povertà assoluta e questo non è giusto perché stiamo perdendo ciò che abbiamo costruito in tutta una vita.

Noi non possiamo competere con il mercato estero, perché produrre un chilo di cibo all’estero costa meno che produrlo in Colombia e non ci vengano a dire che dobbiamo diventare più competitivi perché noi qui già ci ammazziamo sotto il sole e l’acqua: noi siamo bravissimi a produrre e manteniamo la pace nel Surco, come diciamo qui. Abbiamo bisogno di soluzioni radicali e non acqua tiepida.

Signor Ministro, per favore, sto parlando a nome dei coltivatori colombiani e la prego di ascoltarci. Qui si è perso il senso della Missione e della Visione di un’istituzione come la nostra. Noi abbiamo le competenze per sapere quando seminare e raccogliere, conosciamo il nostro mercato interno e qui si sta comprando dall’estero senza tener in conto la nostra agricoltura e rovinandola. In questo momento i nostri agricoltori stanno soffrendo come sempre gli abusi del governo nazionale. Ci sono stati molti feriti e ci sono dei compagni in stato di reclusione e io chiedo che vengano rilasciati senza conseguenze giuridiche. Come si può ottenere la pace quando ci sono tanta fame e ingiustizie sociali? Cerchiamo insieme una soluzione! Se volete, noi siamo in grado di proporre una politica agraria per questo paese, perché qui si presentano molte soluzioni politiche ma non una adeguata. Riorganizziamo il mercato, non importiamo cibo e noi siamo capaci di darci una casa, non abbiamo bisogno che ce la regaliate: possiamo comprarcela con il nostro lavoro! E non importate cibo, che siamo in grado di nutrire questo paese e anche altri! E per quello che riguarda il conflitto tra le miniere e le riserve d’acqua, per favore trovate una soluzione che non distrugga l’ambiente e l’acqua…”

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